Newmont Gold: rally del 24% in tre mesi – nuova spinta per il leader delle miniere d’oro?
13.12.2025 - 14:24:03Newmont Gold conquista l’attenzione degli investitori dopo un +24% in tre mesi. Tra alti, minacce geopolitiche e nuovi target, la regina delle goldmine è al centro dei riflettori.
Negli ultimi tre mesi, il titolo Newmont Gold ha registrato una crescita sorprendente: +24% circa, secondo gli ultimi report finanziari. Questo recupero decisa la posiziona in cima al comparto goldmine mondiale e solleva una domanda cruciale: il trend attuale annuncia solo una pausa momentanea o un nuovo ciclo di espansione per la Corporation?
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Dall’inizio di settembre a metà dicembre, la quotazione Newmont Gold (ISIN US6516391066) è passata da poco sopra gli 80 dollari a picchi oltre 100 dollari, segnando nuovi massimi annuali e lasciando indietro gran parte della concorrenza. Momenti salienti si sono susseguiti con oscillazioni fra $81,34 (toccato a metà novembre) e il top di $102,12, complice l’ascesa del prezzo dell’oro e una serie di movimenti strategici.
Particolarmente interessante la giornata del 9 dicembre, quando Newmont ha messo a segno un balzo intraday superiore al 5%, in coincidenza con i dati americani sull’inflazione e crescenti aspettative sul taglio dei tassi. Il giorno successivo, il prezzo ha consolidato con un’altra impennata, per poi assestarsi poco sotto la soglia psicologica dei 100 dollari.
Al centro dell’attualità c’è anche un’ondata di revisioni positive da parte degli analisti. Il 10 dicembre RBC e National Bank hanno entrambe rivisto al rialzo il target price di Newmont Gold a 120 dollari, mantenendo una raccomandazione positiva (“outperform”/“buy”). La settimana prima anche Jefferies aveva aggiornato la stima a 120 dollari, segnale che la fiducia nel potenziale di crescita della società continua a rafforzarsi tra gli addetti ai lavori. Interessante notare anche che diversi ETF e fondi specializzati nel settore minerario stanno aumentando il peso delle shares Newmont nei propri portafogli.
Nelle ultime settimane, tuttavia, non sono mancate le variabili d’incertezza: il calo momentaneo del prezzo dell’oro intorno al 7 dicembre ha colpito i principali produttori, Newmont compresa, causando una breve ondata di prese di profitto. In parallelo, notizie dal Ghana sulla chiusura di nuove concessioni in aree forestali hanno acceso i riflettori sui rischi geopolitici nei Paesi chiave per le goldmine, benché gli effetti sul business siano giudicati per ora marginali dagli osservatori internazionali.
Guardando al profilo aziendale di Newmont Corporation, emerge la struttura di un vero big mondiale: oltre 21 siti produttivi, una presenza globale spalmata su Nord America, Australia, Sud America, Africa e Nuova Guinea. L’84% del fatturato deriva direttamente dall’estrazione e vendita di oro (oltre 6,5 milioni di once vendute nel 2024), cui si aggiungono rame, argento, zinco e piombo. Il mosaico geografico di Newmont è fortemente bilanciato – il Regno Unito pesa per il 59% delle vendite, seguito da mercati asiatici come Corea del Sud e Giappone che insieme sfiorano il 21% – mentre la quota USA è sorprendentemente minima rispetto all’impatto finanziario della compagnia.
Negli ultimi anni, la strategia di Newmont si è focalizzata su efficienza produttiva, sostenibilità delle miniere e crescita per acquisizioni. Solo a novembre, nuovi rumors di partnership in Papua Nuova Guinea con African Rainbow Minerals hanno confermato la spinta all’espansione e alla diversificazione dei giacimenti. L’azienda si distingue anche per i livelli di indebitamento contenuto (debito netto negativo a fine 2024) e la capacità di remunerare costantemente gli azionisti, sebbene il rendimento atteso per il 2025 resti poco sopra l’1%.
I pericoli? Resta l’elevata ciclicità del settore, la dipendenza dal prezzo spot dell’oro e la fragilità politica di alcune “regioni minerarie”. Anche la concorrenza (Barrick Gold, Agnico Eagle e AngloGold) rimane agguerrita, ma la dimensione e l’efficienza di Newmont pongono la Corporation in una posizione di leadership piuttosto stabile nel medio termine.
Interessante come, dopo il rally delle ultime settimane, buona parte degli osservatori vede nel mix di fattori macro (oro vicino ai massimi storici, aspettative su tassi d’interesse USA) e micro (ristrutturazioni interne e nuove giacenze aurifere) una possibile base per estensioni del rialzo. Allo stesso tempo, la volatilità tipica del comparto minerario suggerisce cautela: ogni nuova notizia su politiche monetarie globali o shock geopolitici può ribaltare la tendenza nel giro di pochi giorni.
In conclusione, Newmont Gold resta sotto la lente degli investitori: leadership solidissima, visibilità internazionale e margini di manovra promossi dagli analisti. Monitorare il corso delle shares e le prossime trimestrali potrebbe rivelarsi la chiave per cogliere nuove opportunità o anticipare cambi di vento nell’universo delle goldmine mondiali.
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